L’uomo di Altamura/ Dall’inghiottitoio carsico al dimenticatoio mediatico
di Americo Carissimo.
Ha 250 mila anni: per ora impossibile visitarlo nella straordinaria grotta della Murgia barese.
A poca distanza un sito con migliaia di orme di dinosauri.
Care
amiche, cari amici, Vi presento Ciccillo. Chi è costui che
familiarmente chiamiamo Ciccillo? E’ il nostro antenato di 250
mila anni fa che giace “in tutti i sensi” in una grotta carsica
in Puglia, esattamente nel territorio di Altamura, antichissima
cittadina della Murgia in provincia di Bari che custodisce a
pochi chilometri dall’abitato un tesoro inestimabile. L’unico
uomo preistorico, anzi protostorico interamente conservato,
altro che quel puzzle di ossa triturate e frammenti della
venerata Lucy. Lei era un Australopitecus Afarensis di oltre tre
milioni di anni proveniente dall’Etiopia, alta circa un metro e
dieci. Ciccillo, invece, era un cacciatore alto un metro e
trenta o poco più, ben piazzato e con 36 bei dentoni, quattro in
più dell’uomo attuale: inseguendo cervidi ed altri prelibati
animali di cui nutrirsi finì in un pozzo carsico,
un’inghiottitoio delle grotte appunto di Lamalunga. Forse la sua
agonia durò giorni tra acqua, fango e resti di animali
intrappolati nel sottosuolo. Poi il suo scheletro venne
conservato integralmente in un mosaico di concrezioni calcaree
che ne hanno saldato la struttura dal paleolitico medio
inferiore al 1993 quando gli speleologi altamurani del Cars lo
hanno casualmente ritrovato. Allora è nato il Centro visite di
Lamalunga, ricavata da una masseria, dedicato al nostro antenato
ancestrale, l’Uomo di Altamura: alle pareti foto dei ragazzi del
Cars impegnati in varie esplorazioni, materiale speleologico e
didattico per gli alunni delle scolaresche che spesso vengono in
visita. Peccato che la parte audiovisiva si riduca ad una
semplice seppur documentata ricostruzione del sito sottostante:
invece, ci si aspetterebbe molto di più soprattutto a livello di
promozione e progettualità.
Questo eccezionale reperto testimonia il passaggio dall’Homo Erectus all’uomo di Neanderthal con il quale il Sapiens Sapiens, come si è scoperto di recente, ha in comune una piccolissima parte del genoma. Non essendo possibile rimuovere lo scheletro ormai tutt’uno con la struttura carsica senza danneggiarlo, si pensò di creare un sistema di lampade ad illuminazione fredda per consentire ai visitatori del centro di poterlo vedere senza nessun impatto. Un bel video documenta le difficoltà per raggiungere il sito ed anche la sistemazione dei fari.
Ma la natura è stata crudele con Ciccillo, perché alcuni microrganismi facilitati dalla presenza di luce artificiale hanno rischiato di compromettere il fragilissimo microclima del sito costringendo a spegnere tutto qualche anno fa in attesa di trovare qualche nuovo sistema. Ed ecco che Ciccillo, dopo un po’ di celebrità internazionale, la benedizione dell’Unesco le solenni promesse di alcune istituzioni, come tanti altri tesori italiani rischia di tornare nell’oblio.
Al
centro visite “Uomo di Altamura” a Lamalunga intanto si può
anche vedere una ricostruzione tridimensionale del sito ed una
foto che con l’aiuto degli occhialini stereoscopici almeno dà
un’idea dell’incredibile ritrovamento. Piero Angela dedicò molto
spazio al sito ed alla storia del ritrovamento negli anni 90,
poi una discussione accesa con la soprintendenza ai beni
archeologici di Bari ed un ulteriore velo di silenzio è calato
sul povero Ciccillo. L’uomo di Altamura ignaro delle moderne
diatribe sui diritti televisivi, le caratteristiche delle
lampade, calde o fredde, i microorganismi di madre natura sempre
in agguato e la necessità di telecamere di ultima generazione,
Ciccillo è sempre laggiù: intanto su Youtube anche i più giovani
aggiungono video sullo stato di abbandono del sito e del suo
impianto tecnologico ormai obsoleto. Peccato perhé questa non è
la sola peculiarità del Parco Nazionale dell’Alta Murgia dove si
trova a poca distanza la gigantesca dolina carsica del Pulo, 500
metri di diametro e quasi cento di profondità con un sentiero
abbastanza percorribile per un’escursione. Il sito nei secoli
passati coltivato per il grano, poi divenne una vergognosa
discarica, alla fine bonificata. Ancora più affascinante, sempre
a poca distanza è la cosiddetta “Cava dei dinosauri”, una vera e
propria “Valle incantata”. Questo luogo scoperto nel 1999
contiene quasi tremila impronte di dinosauri di specie
diversissime fra loro su una superficie di oltre diecimila metri
quadrati. Databili ad un’ottantina di milioni di anni fa sono la
traccia del passaggio di specie di erbivori e carnivori in una
zona allora molto paludosa. Ma questa è un’altra storia.
Centro visite dall’esterno
Centro visite esterno
Ingresso esterno sito
il Pulo la più grande dolina carsica della Puglia
il Pulo particolare con sentiero interno
Riproduzione cranio Smilodonte